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Un debole per le biondine: perché amiamo così tanto gli Avelignesi

Vi avvertiamo: quando iniziamo a parlare dei nostri Avelignesi non ci fermiamo più, quindi, durante la prossima vacanza allo Zallinger, prima di intraprendere un discorso sui cavalli pensateci bene! Quasi nessun altro argomento suscita in noi tanto entusiasmo e batticuore. Ah, le nostre biondine! Che meraviglia! Tra gli amanti dei cavalli esiste una regola non scritta: gli Avelignesi o li ami o non li ami. Secondo voi, a quale categoria apparteniamo? Noi possiamo solamente sorridere quando i proprietari dei cavalli purosangue – animali dal sangue caldo, inquieti – ci canzonano, perché una razza come gli Avelignesi, capace di fare tutto e straordinariamente bella, è difficile da trovare. Se non ci fosse bisognerebbe inventarla!


Da animale da fatica a tuttofare raffinato

Siamo certi che perdonerete questo piccolo colpo basso, ma per molto tempo sono stati i proprietari degli Avelignesi a dover sopportare le beffe degli ammiratori delle altre razze. Ai loro occhi, l’Avelignese era troppo piccolo, troppo tozzo… per qualsiasi cosa. È vero, gli Avelignesi hanno iniziato la loro carriera mondiale come animali da fatica. Come “carne da macello”. Ma partiamo dall’inizio: nel 1874, nella stalla di un contadino, a Sluderno, nacque un puledro molto speciale, figlio di uno stallone arabo e di una cavalla di campagna galiziana. Era il capostipite di tutti gli Avelignesi. Aveva la robusta semplicità della madre e l’eleganza e lo spirito del padre. I contadini altoatesini facevano a gara per avere i successori di Folie, cavallini dal passo sicuro, laboriosi e agili, utili per il duro lavoro nei masi di montagna. E poiché tantissimi di questi cavalli erano allevati nei pressi del villaggio di Avelengo, la razza fu chiamata Avelignese. Ecco, ora sapete com’è nato il nome delle nostre biondine. Gli Avelignesi sopportarono con compostezza – come da loro natura – gli eventi degli ultimi secoli. Furono imbrigliati ai carri, guidarono le famiglie nobili attraverso i campi fioriti, caricarono soldati e materiali per la guerra nei passi di montagna più alti per poi scendere nuovamente a valle. Nessun lavoro sembrava troppo pesante, nessun terreno troppo impegnativo e nessun compito troppo complicato in groppa a un cavallo Avelignese. Ma ora torniamo al qui e ora. E ai nostri Avelignesi.



Febbre da puledro e grande orgoglio 

Il cavallo Avelignese è diventato, soprattutto in Tirolo – in Italia o in Austria –, una specie di vitello d’oro. Un oggetto di culto. Un simbolo della patria. Le registrazioni annuali al libro genealogico, le licenze per gli stalloni, i tornei e i campionati sono una cosa seria e quando il vicino alleva una puledra più bella della nostra è un duro colpo! Nonostante la competizione noi, allevatori altoatesini di Avelignesi, siamo una grande famiglia. Norbert Rier, ugola d’oro e frontman dei Kastelruther Spatzen, ha fatto molto per i “cavalli d’oro dal cuore d’oro”, infatti, è uno dei più famosi ambasciatori degli Avelignesi altoatesini. E poiché Norbert non solo alleva Avelignesi stupendi, ma è anche un tipo molto simpatico, siamo sempre felici di sederci con lui, sulla panchina davanti allo Zallinger, e parlare della nostra passione. L’Avelignese è – ne siamo certi – la più bella razza di cavalli al mondo. Se l’amante dei cavalli è incline a una determinata pratica, l’Avelignese lo accontenterà perché è in grado di fare tutto: dressage, salto, gite in carrozza, reining, stile western, skijoring, gare di galoppo, corse di trotto, volteggio, ippoterapia… Gli Avelignesi sono adatti ai “giovani cavalieri” perché sono piccoli e tranquilli e, allo stesso tempo, robusti e dinamici. Anche gli Avelignesi dello Zallinger sembrano avere le molle sotto gli zoccoli: i cavalli di Luisa hanno già vinto quattro medaglie d’oro nel salto a ostacoli al Campionato Sportivo Europeo Haflinger in Alto Adige. In molti tornei – anche fuori dai confini dell’Alto Adige – gli addestratori esperti si stupiscono quando vedono un cavallo Avelignese dello Zallinger “volare” tra gli ostacoli. E se non ci fossero gli Avelignesi? Quale razza di cavalli potremmo tenere nella stalla? Neanche ci pensiamo! 
Non vediamo l’ora di assistere a uno spettacolo incredibile. Quella che parte a fine febbraio e arriva fino a metà marzo è la stagione dei puledri e quest’anno nasceranno quattro piccolini che potrete ammirare in estate nel nostro alpeggio. Vi innamorerete degli Avelignesi e verrete contagiati dalla “febbre biondina”! Ma non dite che non vi avevamo avvisati! Ora diteci, siete amanti dei cavalli o preferite dedicarvi a qualche altra attività? Scriveteci, ci piacerebbe chiacchierare con voi. Preferibilmente sugli Avelignesi!

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